lunedì 30 giugno 2008

A CHE SERVE NASCONDERE I VOTI?

("TuttoscuolaFOCUS" n. 246)
Sta suscitando pareri discordanti la decisione, presa dall'ex ministro Fioroni e rafforzata dal suo successore Gelmini, di cancellare il voto dall'esposizione dei risultati finali dell'Esame di Stato.
Fioroni aveva disposto che sui tabelloni si scrivesse soltanto "Diplomato" o "Non diplomato", ma il ministro Gelmini ha ora disposto di sostituire queste dizioni con "Esito positivo" o "Esito negativo". In entrambi i casi i provvedimenti sono stati assunti per venire incontro alla richiesta delle associazioni dei disabili di evitare che i tabelloni rendano riconoscibili gli studenti portatori di handicap gravi, che non ricevono un diploma, ma solo un attestato, senza voto. La dizione "Esito positivo" o "Esito negativo" taglia la testa al toro perché l'esito può essere positivo anche per lo studente disabile grave che non consegue il diploma ma raggiunge gli obiettivi indicati nel suo piano di studi individuale.
Contro questa decisione hanno protestato molti insegnanti anche attraverso lettere inviate ai giornali. Il "Gruppo di Firenze", noto per le sue posizioni spesso polemiche nei confronti del permissivismo postsessantottino, fautore di una scuola selettiva e meritocratica, rilancia ora queste proteste criticando apertamente la linea Fioroni-Gelmini e chiedendosi se queste decisioni facciano l'interesse dei ragazzi disabili, e se "davvero si fa qualcosa per la loro integrazione rendendoli il più 'invisibili' possibile". Si tratta, dice il Gruppo, di provvedimenti "politicamente corretti" ma inutili per i presunti beneficiari, perché ottengono il risultato opposto a quello sperato: "più imbarazzo e ipocrisia invece di una serena e rispettosa accettazione".
La scuola paga inoltre un prezzo troppo elevato in termini di mancanza di trasparenza delle valutazioni, sia degli scrutini finali che degli esami: forse non si comprende, dice il Gruppo, che "in questa completa opacità, nella totale assenza di quel controllo da parte di tutti che la pubblicità dei risultati assicura, vengono 'segretate' anche eventuali decisioni arbitrarie, come promozioni immeritate o ingiuste bocciature".
Ci sembrano tesi meritevoli di un ampio e pubblico dibattito.

2 commenti:

Mimmo ha detto...

Sono in pensione da diversi anni e, francamente, anche se la pensione che percepisco fa pena, sono contento di non dover fare i conti con questo strano modo di intendere la privacy.
Ho sempre sostenuto che i voti dovevano essere esposti così come proposti dai singoli professori, e che la promozione la si doveva conseguire non necessariamente con la sufficienza in tutte le materie, ma quando la media di tutte le discipline era sufficiente. Insomma, un 8 in italiano ed un 4 in matematica darebbero una media "sufficiente".
Capisco che per una insufficienza si promuove l'alunno "per voto di consiglio", ma una volta alcuni miei alunni mi chiesero quanti voti di consiglio c'erano stati per ogni alunno; alla mia risposta (1 o 2, non ricordo) mi dissero: "Come mai a Tizio 5 professori ci hanno detto che loro gli avevano dato 4, ma era diventato 6 per "voto di consiglio"?
Già, era comodo dire "io ho fatto il mio dovere onestamente, ma, per voto di consiglio..." per nascondere la propria disonestà.
E adesso? Non si sa nemmeno il voto, che, alla fine, potrebbe anche essere 10 per uno che doveva perdere l'anno... nessuno potrà scoprirlo!
Questo serve solo a tutelare gli "asini", non certo a migliorare il rendimento dei nostri alunni! Ma, soprattutto, a favorire il "mercato delle vacche": il prof. disonesto sarà tutelato, perchè nessuno potrà avere contezza della sua disonestà.
E se gli scrutini fossero pubblici?
Secondo me si sarebbe più onesti!

Morpy ha detto...

Sono anni che spiego ai miei studenti che vorrei che gli scrutini fossero pubblici! Allora si vedrebbe davvero chi è che nella scuola fa finzione e chi no! E' facile esser bravi promuovendo i somari con tutti 8.