sabato 2 agosto 2008

BERLINGUER E LA DISCIPLINA

Una risposta alla lettera di Berlinguer al "Corriere della Sera" pubblicata ieri.
Caro direttore,
l’ex ministro Luigi Berlinguer torna ad attaccare i presunti laudatores temporis acti che vogliono una scuola più esigente sul piano dei comportamenti. La sua tesi è che il rigore va bene, ma da solo non basta, anzi è impotente; e difende il suo Statuto degli studenti, che in realtà era fatto per rendere quasi impossibili le sanzioni, vincolandole a procedure di stampo sindacalistico. Il secondo cardine della sua tesi è che la vera priorità è la didattica. Quella attuale, dice, non coinvolge i ragazzi; e se la prende in particolare con “l’inossidabile lezione frontale, che ha criminalmente cancellato [sic]l’arte praticata e la creatività”.
Ma nessuno ha mai detto ( e nessun docente sensato lo pensa) che la scuola è solo rispetto delle regole (che una parte della sinistra, ben rappresentata da Berlinguer, ha contribuito a demolire). Rappresenta però la base indispensabile della didattica. Solo in un clima di correttezza e di impegno si può lavorare. L’ex ministro coltiva l’illusione naif che una scelta metodologica “moderna” possa miracolosamente riassorbire ogni problema comportamentale. Ma nessuna scuola può essere solo passione e divertimento, nessuna scuola seria può evitare impegno e fatica ai suoi allievi, né rinunciare, anche nel loro stesso interesse, a pretendere la pura e semplice buona educazione.

Giorgio Ragazzini – Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità

Sullo stesso argomento, segnaliamo l' intervento sul suo blog di Gennaro Lubrano di Diego.

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