mercoledì 15 ottobre 2008

PER FRANCESCO MERLO IL PROBLEMA DEI RAGAZZI STRANIERI SI RISOLVE CON I BRAVI INSEGNANTI

Da quando si è posto il problema di insegnare l'italiano ai ragazzi stranieri (e sono più di vent'anni), tutti gli insegnanti di buon senso (e sono molti) hanno capito che far seguire le lezioni a chi non sa una parola della nostra lingua - a parte qualche oretta settimanale di lieve alfabetizzazione - è solo una perdita di tempo prezioso, almeno per la maggior parte delle materie. Diciotto anni fa ebbi l'occasione di visitare una scuola media vicino a Firenze, frequentata da alunni cinesi "non alfabetizzati". Alcuni eroici insegnanti arrivavano a studiarsi il mandarino per "integrare" questi ragazzi e sottrarli per qualche attimo ai flutti della noia e della frustrazione. Quel giorno c'era anche il viceprovveditore, largo di elogi per quella scuola che così volonterosamente si spendeva. Quando gli dissi che sarebbe stato molto meglio organizzare corsi intensivi di italiano, in modo da fornire quanto prima agli stranieri gli strumenti per seguire le lezioni, mi rispose: "Sarebbe discriminatorio".
A distanza di tanto tempo siamo ancora allo stesso punto. È stata approvata ieri la mozione della Lega che impegna il governo ''a rivedere il sistema di accesso degli studenti stranieri alla scuola, favorendo il loro ingresso previo superamento di test e specifiche prove di valutazione e a istituire classi di inserimento, che consentano agli studenti stranieri che non superano le prove e i test di frequentare corsi di apprendimento della lingua italiana, propedeutici all'ingresso nelle classi permanenti''. In questo genere di cose tutto sta nel come si mettono in pratica; ed è su questo terreno che l'opposizione dovrebbe vigilare, proporre, incalzare. Oppure fare una controproposta. Invece, apriti cielo. Citiamo solo Fassino: il provvedimento "non solo produce un principio di discriminazione, ma la cosa più grave è che discrimina tra i bambini e i più piccoli, che è la cosa più abbietta''.
Per parte sua Francesco Merlo scrive a distanza di ventiquattr'ore un altro articolo tanto fiammeggiante quanto inconsistente sul piano della concretezza. E cioè: il problema esiste, ma la Lega lo pone male, anzi lo aggrava; è vero, nelle classi con molti stranieri il livello tende ad abbassarsi, ma tutto si risolve utilizzando i professori migliori. Del resto siamo avvantaggiati dall'aver affrontato e risolto il problema dei dialetti... Ma a parte il fatto che il napoletano non è il cinese e che gli insegnanti supermen scarseggiano, il punto è che si continua a confondere l'uguaglianza con l'uniformità. Non è discriminazione consentire a un ragazzo straniero di apprendere la nostra lingua in tempi più rapidi, nei modi e nei tempi che si ritengono opportuni e senza escludere momenti di socializzazione nelle discipline in cui è possibile (per le medie si può pensare a educazione fisica, musicale, artistica) o in altri momenti ad hoc, come feste, gite, vacanze... Si tratta di assicurargli di più, non di meno. Perché, secondo il monito di Don Milani che tanto piace a Veltroni, "niente è più ingiusto che far le parti uguali fra disuguali". Con un occhio, d'altra parte, anche al rischio, che in Germania sta divenendo realtà, che a insistere sulla strada sbagliata si vada incontro proprio a ciò che si vuole evitare: le scuole che anno dopo anno hanno visto scemare gli allievi "indigeni" per diventare alla fine scuole frequentate solo da immigrati.

(GR)

Un commento di Piero Morpurgo, che ci ricorda un'altra norma da rivedere: l'automatico collegamento tra età anagrafica e classe di inserimento.
Era arrivato da un paese lontano soltanto da due giorni, non conosceva l’italiano, ma fu accolto dai suoi nuovi compagni che gli regalarono righelli, quaderni, fumetti, dal suo nuovo banco vide la neve e apprese nuovi giochi e nuove conoscenze. Tutto vero. La scuola italiana è imbattibile per l’accoglienza degli studenti stranieri di cui si cerca in primo luogo il sorriso. Tuttavia la legge italiana è iniqua e sconsiderata giacché prevede che un giovane sia inserito in classe in ragione della sua età anagrafica: a 18 anni si sta in quinta liceo anche se non si conosce la lingua italiana e il resto dei programmi! Dunque il coro di indignazione per la mozione della Lega è sconsiderato in quanto chi protesta non solo evidentemente non ha letto il testo, ma nemmeno conosce il contesto. Quando in una classe qualsiasi vengono inseriti 11 stranieri di diversa provenienza e di varia alfabetizzazione su 19 alunni non si può non considerare l’impatto didattico. Noi ‘docenti fannulloni’ facciamo di tutto per accogliere gli studenti spaesati; tuttavia auspicheremmo che la Convenzione di Lisbona del 1998 sia applicata integralmente il che vuol dire l’esclusione dell’ orribile automatismo tra età anagrafica e inserimento nelle classi come disgraziatamente previsto dal DPR 394/1999. Ben venga una norma che preveda l’inserimento di tutti gli studenti in ragione delle loro conoscenze perché chi non conosce l’italiano non può frequentare la 5 liceo solo perché ha 18 anni. Purtroppo in questo anno scolastico i fondi per l’accoglienza degli stranieri sono stati tagliati.

Piero Morpurgo

NB: una versione più ampia di questo intervento si può leggere sul sito della Gilda di Vicenza.
Intanto lievitano indisturbate le iperboli: apartheid, inciviltà, intolleranza razziale... Leggi

2 commenti:

Morpy ha detto...

Era arrivato da un paese lontano soltanto da due giorni, non conosceva l’italiano, ma fu accolto dai suoi nuovi compagni che gli regalarono righelli, quaderni, fumetti, dal suo nuovo banco vide la neve e apprese nuovi giochi e nuove conoscenze. Tutto vero. La scuola italiana è imbattibile per l’accoglienza degli studenti stranieri di cui si cerca in primo luogo il sorriso. Tuttavia la legge italiana è iniqua e sconsiderata giacché prevede che un giovane sia inserito in classe in ragione della sua età anagrafica: a 18 anni si sta in quinta liceo anche se non si conosce la lingua italiana e il resto dei programmi! Dunque il coro di indignazione per la mozione della Lega è sconsiderato in quanto chi protesta non solo evidentemente non ha letto il testo, ma nemmeno conosce il contesto. Quando in una classe qualsiasi vengono inseriti 11 stranieri di diversa provenienza e di varia alfabetizzazione su 19 alunni non si può non considerare l’impatto didattico. Noi ‘docenti fannulloni’ facciamo di tutto per accogliere gli studenti spaesati; tuttavia auspicheremmo che la Convenzione di Lisbona del 1998 sia applicata integralmente il che vuol dire l’esclusione dell’ orribile automatismo tra età anagrafica e inserimento nelle classi come disgraziatamente previsto dal DPR 394/1999. Ben venga una norma che preveda l’inserimento di tutti gli studenti in ragione delle loro conoscenze perché chi non conosce l’italiano non può frequentare la 5 liceo solo perché ha 18 anni. Purtroppo in questo anno scolastico i fondi per l’accoglienza degli stranieri sono stati tagliati.
Piero Morpurgo

Anonimo ha detto...

In effetti ci sarebbe da fare una seria riflessione su due peccati mortali della "sinistra democratica":1) i valori-clichè, che anche in persone intelligenti,a furia di essere ripetuti e volgarizzati, diventano totem spelacchiati e perfino illogici ,ma difesi fino all'anatema perentorio di scomunica ( "sarebbe discriminatorio!")2) strettamente connessa: la pigrizia etica. Chiamo pigrizia etica l'identificazione tra essere e dover essere. Siccome rimboccarsi le maniche e lavorare per far sì che gli uomini diventino effettivamente uguali quanto alle opportunità costa una immensa fatica ,si dichiara tout court che :gli uomini sono tutti uguali. i ragazzi sono tutti uguali ecc. Et voilà !Così non c'è più da faticare: i ragazzi stranieri non sono più stranieri, la mancanza di uno strumento comunicativo fondamentale come la padronanza della lingua dove si trovano diventa una inezia trascurabile e via vai,di pigrizia in pigrizia. Il tabù dei corsi intensivi di lingua italiana per chi ne ha un bisogno assoluto ,perchè visti come una discriminazione sono parte dello stupidario pigro da superare. Certo occorre l'accortezza di saper altrettanto fermamente rintuzzare le strizzate d'occhio razziste, alla maniera leghista, per cui ...il sistema potrebbe diventare un canale permanente di esclusione ( classi per stranieri separate in perpetuo da quelle degli italiani per stirpe)