sabato 18 aprile 2009

NUOVI PRESIDI E VECCHIO QUIETO VIVERE

Nell'ultima "Lettera" dell'ASASI (Associazione scuole autonome siciliane) compare un articolo (vedi sotto) che la dice lunga sulla difficoltà di far rispettare, in molte scuole, le regole. Si badi bene, non da parte - in questo caso - degli studenti, ma di certi docenti e non docenti, che evidentemente continuano a pensare alla scuola come luogo ove tutto è possibile. Così si va dai Collegi dei docenti trasformati in assemblee sindacali, alla malattia che colpisce, contemporaneamente, tutti quanti gli impiegati di un Istituto, dopo che questi avevano avuto un contrasto con la dirigente. C'è di che riflettere, soprattutto alla notizia dell'invio dell'ispezione contro la preside che evidentemente aveva scardinato chissà quale diritto acquisito e comunque il quieto vivere di quel personale ATA; quieto vivere che tanto piace a taluni, che dovrebbero invece controllare il buon funzionamento della pubblica amministrazione.Quello che però fa ben sperare nel medesimo articolo è la constatazione, da parte dell'estensore, che i dirigenti vincitori dell'ultimo concorso sono ben intenzionati a riportare un po' d'ordine nella vita scolastica. Non che i "vecchi" dirigenti non lo abbiano mai fatto. Quello che però probabilmente si sottintende nell'articolo è relativo alle motivazioni fresche e autentiche che hanno gli ultimi arrivati. Segno evidente che rinnovare il personale della pubblica amministrazione serve, eccome; e che se viene selezionato con concorsi seri, ciò può garantire motivazioni che non sempre nascono da immissioni in ruolo ope legis, destinate solo a sanare situazioni pregresse. (Valerio Vagnoli)

LETTERE ANONIME E TENSIONI IN MOLTE SCUOLE CON I NUOVI DIRIGENTI

(Da "La letterina" ASASI n.193)

Ci giunge notizia che a Catania il dirigente dell’USP ha inviato un ispettore a un preside, in seguito al ricevimento di una lettera anonima. Apprendiamo anche che il dirigente dell’USP di Palermo ha invece la corretta abitudine di cestinare le lettere anonime e così pure il Direttore Regionale. Sarebbe opportuna una direttiva del Dr. Guido Di Stefano agli USP per spiegare che l’uso delle lettere anonime non è poi un metodo, né leale, né trasparente. Oggi ci sono molti modi per protestare contro eventuali comportamenti illegittimi dei dirigenti scolastici: la RSU, il giudice del lavoro, i sindacati, le lettere argomentate e firmate. È importante quindi che il dirigente dell’USP di Catania ci chiarisca se ritiene le lettere anonime un valido strumento di democrazia: perché è così, le scriviamo anche noi e almeno ci divertiamo un po’.Riceviamo invece molte lettere relative a conflitti che si sono prodotti in scuole nelle quali sono arrivati DS di nuova nomina. Generalmente, ci sembra di capire che si tratta di casi nei quali le scuole si trovavano in situazione di allegra baldoria o di sapiente anarchia: ore di lezione ridotte e non recuperate, lavoro straordinario non eseguito ma pagato, buoni d’ordine per acquisto di materiali di consumo fatti per telefono senza indagine di mercato, RSU che decidevano a chi dare gli incarichi retribuiti e via di questo passo. L’arrivo di dirigenti vincitori di concorso, intenzionati a riportare un po’ d’ordine, ha creato tensioni, boicottaggi (lettere anonime), si sono avuti collegi dei docenti trasformati in sedi di rivendicazioni sindacali e politiche. In una scuola media di Palermo, la settimana scorsa, si sono assentati per malattia contemporaneamente tutti e cinque gli assistenti amministrativi e il DSGA, dopo un contrasto con la preside. Sappiamo che la preside, che come noi non crede alle coincidenze, ha avvisato la Guardia di Finanza e l’USP. Sappiamo anche che l’unico fatto che si è verificato è stato l’arrivo di un ispettore contro la preside.Vorremmo chiarire che in Sicilia non c’è la stessa situazione che c’è nel Trentino, nel pubblico impiego. In Trentino lavorano tutti. Da noi c’é una parte del personale che non sa cosa voglia dire lavorare con impegno e competenze e pesa sul resto del personale che è costretto a lavorare il doppio. I presidi non hanno molti poteri per convincere i fannulloni a guadagnarsi lo stipendio, invece di lamentarsi addosso. Le nostre Autorità, che dall’alto ci osservano, dovrebbero capirlo. Mandino dunque dei segnali ai dirigenti per chiarire se è il caso che si impegnino in un’azione di risanamento, o se invece bisogna tirare i remi in barca e osservare con distacco la deriva dilagante.

Roberto Tripodi

1 commento:

Papik.f ha detto...

Sul caso di Palermo non so niente di specifico, ma sono del tutto d'accordo, pensando a certe situazioni incancrenite che ho ripetutamente visto e sperimentato, sul fatto che un dirigente scolastico che si rispetti possa e debba volerle modificare radicalmente. Tuttavia, per giungere a questo, non sono sufficienti onestà e competenza normativa, né si può procedere con la sola autorità, pena l'inevitabile catastrofe. Sono indispensabili tatto, capacità relazionali e attitudini di mediazione - o, diciamo pure l'orrenda parola, politiche - che non possono essere accertate da alcun concorso ma si verificano solo sul campo. Personalmente, ad esempio, so di esserne del tutto privo e mi tengo lontano da qualsiasi concorso per dirigente; ma non sono certo che il loro possesso sia, poi, così diffuso tra i presidi (non solo quelli usciti dall'ultimo concorso).