venerdì 25 febbraio 2011

“UNA PALESE MALEDUCAZIONE IMPERA...”

Ha la sua importanza il fatto che “La Repubblica” dedichi due pagine alla crisi educativa, dopo avere a lungo isolato il “laudator temporis acti” Mario Pirani, che, con la consueta libertà di giudizio, aveva apprezzato il Ministro Gelmini per i provvedimenti sulla condotta, come già aveva fatto con Fioroni.
La testimonianza di Marco Lodoli su quello che succede nelle sue classi è drammatica, sferzante l’ironia sul facile discettare di “autorevolezza, non autoritarismo”, esemplari i quadretti familiari con i figli iscritti al “Club dei Diritti Assoluti”. Deludente però il finale, dove ancora, nonostante tutto, schematicamente si contrappone l’amore alla “caserma”. Leggi.
L’articolo di Vera Schiavazzi, soprattitolato Professori e genitori riscoprono la disciplina, fa un quadro a più voci, però il tono prevalente lo danno quelle favorevoli a una svolta antibuonista. Leggi.
Sul “Corriere della Sera”, infine, Cesare Segre, notissimo italianista, prende spunto anche lui dall’ultimo libro di Paola Mastrocola, Togliamo il disturbo, per una serrata requisitoria contro la “scuola facile” e a favore di un rivalutazione delle discipline e “dello studio astratto e teoretico”. I due punti di vista - l’ingrediente della “buona educazione” come premessa ineliminabile di una scuola che funzioni e il rigore degli studi - si completano a vicenda. A margine possiamo soltanto precisare che la giusta presa di distanza dai facili slogan “scuola del fare, del saper essere, del saper stare insieme”, non deve farci dimenticare che è necessario offrire alle diverse intelligenze, accanto alla scelta liceale a cui probabilmente pensa Segre, la più vasta gamma possibile di qualificate opzioni formative all'uscita dalla scuola media, con la valorizzazione e il riconoscimento di una pari dignità - anche culturale - dei percorsi più basati proprio “sul fare”, quelli dell’istruzione e della formazione professionale. Leggi.

GR

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