lunedì 28 novembre 2011

I LABORATORI VUOTI DEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI


Lo scorso mercoledì 23 novembre il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione ha espresso un primo parere (un altro seguirà a breve) sulle Linee guida ministeriali per il secondo biennio e per il quinto anno relative agli istituti tecnici e ai professionali. Un’esauriente documentazione si può leggere
sul sito della Flc/Cgil.
Il parere è sostanzialmente positivo, a parte alcune riserve. Ma non sarà certo questa o quella maniera di utilizzare le quote di flessibilità e di autonomia, né l’estensione a tutte le materie della “didattica laboratoriale” a sanare “lo scempio” degli istituti professionali, come lo ha definito l’Associazione Docenti Italiani (vedi la convincente analisi sul suo sito), uno scempio per il quale le responsabilità sono perfettamente “bipartisan”. È un po’ come se ci preoccupasse dell’arredamento o dei servizi in una casa dalle pessime fondamenta.
Proprio a proposito dei professionali, ci arriva un’appassionata e circostanziata testimonianza da Riccardo Galante, uno dei tanti docenti che queste scelte le scontano nella loro attività quotidiana.


L'esasperazione di noi insegnanti degli Ipsia e soprattutto di noi insegnanti tecnico-pratici è arrivata al culmine. Negli ultimi 15 anni sui professionali si sono abbattute due riforme una più sciagurata dell'altra, iniziando dal famigerato Progetto 92, passando per il Progetto 2002 che ha poi portato all'attuale disastro della riforma Gelmini. Continua a leggere.

giovedì 24 novembre 2011

I DICIOTTO PRÈSIDI FANNO SCUOLA

Domani una ventina di prèsidi romani si riuniranno al liceo scientifico Newton, chiamati a raccolta dal dirigente Mario Rusconi. Lo riferisce “Il Tempo” di ieri. Gli obbiettivi sono due: redigere un documento comune per dire per dire basta alle occupazioni studentesche e proporre un'alternativa agli studenti. Nell’appello agli studenti si parlerà tra l’altro della scuola “come luogo dove tutti gli studenti possano partecipare, proporre e utilizzare la loro creatività, la scuola come palestra di democrazia”.
C’è davvero da rallegrarsi per l’iniziativa, che sembra proprio ispirarsi a quella analoga dei diciotto dirigenti toscani, sia per l’idea di non affrontare più da soli il problema, sia per quella di un appello che comprenda, insieme a un chiaro “no” alle occupazioni, anche l’offerta di alternative alle occupazioni che siano rispettose di leggi e regolamenti e anche decisamente più formative per gli studenti. Leggi. (GR)

lunedì 21 novembre 2011

ANCORA SULL'INCONTRO DEL 15 NOVEMBRE

Ritengo che l'incontro sia servito a tutti: a noi per capire soprattutto le posizioni degli studenti e quanto la nostra lettera abbia inciso sul cambiamento di rotta relativo alle occupazioni; agli studenti che, tramite la nostra lettera, se non altro si sono fermati e interrogati sull'utilità delle occupazioni e altro; ai politici, perché mi auguro che abbiano capito che la scuola si costruisce insieme e che dei problemi che l'affliggono devono farsene maggiore carico. La nostra lettera ha smosso, cari colleghi; ha smosso. E di questo sono convinta e soddisfatta.

Patrizia D'Incalci, dirigente del Liceo scientifico "Rodolico" di Firenze

domenica 20 novembre 2011

SUL CONFRONTO PRESIDI-STUDENTI IN PALAZZO VECCHIO


Il prèside Gianfranco Carloni, uno dei diciotto firmatari della
lettera aperta sulle occupazioni studentesche, commenta l’incontro del 15 novembre scorso nel Salone dei Cinquecento.

L'incontro degli studenti a Palazzo Vecchio con i prèsidi c'è stato; e questo è già un avvenimento. Leggi.

sabato 19 novembre 2011

OCCUPAZIONI: SOLO OBSOLETE E RITUALI?

Una breve considerazione a margine dell’incontro di Palazzo Vecchio tra prèsidi e studenti (pomeridiano: una scommessa vinta). Me la suggerisce un passaggio del commento di Carlo Sorrentino sul “Corriere Fiorentino” di giovedì (Prof e studenti fuori dal guscio), per il resto ottimo come sempre: “È vero che tali confronti avvengono anche nelle occupazioni, specialmente con i tanti insegnanti che non si tirano indietro e partecipano alle assemblee e alla didattica «alternativa», ma ...”. Comprendo l’intenzione dialogica di questi colleghi, però così facendo hanno finito per legittimare le occupazioni, che erano e restano una ferita alla legalità e al concetto stesso di scuola pubblica, della quale - scrivono i 18 presidi - nessuno “ha diritto di appropriarsi, per qualunque motivo, e di impedirne l’uso ad altri”. E a questo proposito voglio sottolineare che martedì solo i presidi Addabbo e Vagnoli hanno evidenziato la violazione di regole che implicano tali iniziative, le quali quindi non sono soltanto obsolete e rituali. Lo stesso Renzi su questo ha sorvolato nel suo bell’intervento; e l’assessore alle politiche giovanili Cristina Giachi è arrivata a dire: “Non dico di non farle le occupazioni: ma fatele «belle»”...

Sergio Casprini

mercoledì 16 novembre 2011

RESOCONTI DA PALAZZO VECCHIO

L’incontro di ieri fra gli studenti e i prèsidi, centrato sul tema I giovani, la politica, la scuola, ha visto la partecipazione di circa duecento persone, in grande maggioranza studenti, nonostante che questi ultimi abbiano segnalato la mancanza di una più capillare informazione all’interno delle scuole. Con questo è stata vinta tra l’altro una scommessa importante: fare di pomeriggio le iniziative che riguardano la scuola, per ridurre al minimo la perdita delle ore di lezione e rendere credibile la partecipazione degli studenti, come chiedeva la lettera dei 18 presidi. Ieri, ad esempio, erano numerosi gli allievi del “Saffi”, che sono arrivati al Salone dei Cinquecento direttamente da scuola.
Sulla pedana rialzata erano seduti uno studente e tre studentesse, due presidi (Vagnoli e Addabbo), l’assessore comunale Di Giorgi, che ha proposto e condotto l’incontro, il suo omologo Di Fede della Provincia, e i direttori del “Corriere Fiorentino” e della “Nazione” Ermini e Tedeschini.
La prima metà dell’incontro è risultata più interessante e attinente al tema. I contributi dei giovani relatori sono stati apprezzati per la già matura capacità di esporre le proprie idee con disinvoltura e proprietà di linguaggio. La presenza degli assessori alla pubblica istruzione ha poi deviato una buona parte dei successivi interventi dal tema della formazione politica dei giovani verso i problemi delle singole scuole, che comprensibilmente stanno molto a cuore ai ragazzi interessati.
Qualcuno ha difeso le occupazioni, ma nel complesso è sembrato chiaro che la maggior parte degli studenti considera sbagliato e poco produttivo questo metodo. Sugli effetti della lettera dei prèsidi, forse la testimonianza più interessante la si poteva leggere ieri sul “Corriere fiorentino”: una studentessa affermava che “ha dato stimoli e fiducia alle migliaia di studenti anti-occupazioni”; ed era uno degli obbiettivi dell’iniziativa.
Leggi i resoconti: "Il Corriere Fiorentino", "La Repubblica", "L'Unità", "La Nazione.it".
Guarda il video.

martedì 15 novembre 2011

FIRENZE: OGGI STUDENTI E PRESIDI SI INCONTRANO NEL SALONE DEI CINQUECENTO

Forse non saranno proprio cinquecento, visto che le norme sulla sicurezza l'hanno avuta vinta perfino sulla storia e consentono un massimo di trecento posti nello storico salone. Ma l'occasione dell'incontro fra dirigenti scolastici e studenti delle superiori, proposto dall'assessore Di Giorgi all'indomani della lettera aperta sulle occupazioni, è significativa; e una volta tanto pomeridiana, come l'hanno voluta i diciotto prèsidi, anche se sarebbe stato molto facile fare il pienone fissandola durante l'orario delle lezioni, come purtroppo spesso accade. Il "Corriere (della Sera) fiorentino" dedica all'evento un'intera pagina (in rete è però disponibile solo una sintesi) e anche l'editoriale odierno del direttore Ermini (Anche la scuola al giro di boa) ne trae auspici per una svolta nella politica scolastica (puntare su "responsabilità e merito"). Se ne occupano anche "La Repubblica" di Firenze, che titola il pezzo di cronaca "Dialogare è meglio che occupare" e "La Nazione", che pezzo sul suo sito web mette in rilievo la risposta positiva di una buona parte degli studenti: Lettera 'antioccupazioni' accolta dagli studenti di 10 istituti fiorentini.

mercoledì 9 novembre 2011

STUDENTI E PRESIDI DIALOGANO A PALAZZO VECCHIO

Martedì 15 novembre, ore 15-18

PALAZZO VECCHIO
SALONE DEI CINQUECENTO

I GIOVANI, LA POLITICA,
LA SCUOLA
Dialogo tra studenti e prèsidi



L'idea di questo incontro nasce all'indomani della lettera aperta sulle occupazioni indirizzata agli studenti da 18 dirigenti scolastici, tuttavia la discussione non si limiterà a questo argomento, ma si estenderà alla formazione culturale, civica e politica delle nuove generazioni, alle esperienze di partecipazione degli studenti e ai modi in cui si possono manifestare le proprie idee.
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Saranno presenti il Sindaco Matteo Renzi, l’Assessore comunale Rosa Maria Di Giorgi, l’Assessore provinciale Giovanni Di Fede, il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Angela Palamone.


Oltre agli studenti e ai dirigenti, sono invitati anche gli insegnanti, i genitori e i cittadini interessati. Negli interventi sarà data la precedenza agli studenti e ai presidi.

mercoledì 2 novembre 2011

IL VOTO A 16 ANNI E IL RUOLO DELLA SCUOLA

Tra le 100 idee per cambiare l’Italia, uscite dal Big Bang della Leopolda di Firenze la numero 79 in maniera concisa propone: Diritto di voto a 16 anni per immettere circa un milione di giovani elettori nel processo politico ed abbassare così l’età media del corpo elettorale più anziano del mondo. La proposta non è nuova: è stata fatta tempo fa dal partito socialista di Nencini e già da quest’anno si vota a 16 anni in Austria ed in alcune province della Svizzera e della Germania.
A prima vista potrebbe apparire una iniziativa demagogica per ingraziarsi i giovani, una scorciatoia per lo svecchiamento degli apparati burocratici dei partiti, il frutto di un interesse politico per l’allargamento del mercato elettorale o semplicemente un cedimento alla moda del giovanilismo imperante. Purtroppo invece è l’affermazione di una visione sociologica e pedagogica, nata anni fa nei paesi anglosassoni, per cui la distinzione antropologica delle diverse fasce d’età (il bambino, l’adolescente, l’adulto) con i suoi naturali ritmi di crescita e formazione è saltata in nome di una precoce responsabilizzazione del giovane e del giovanissimo di fronte alla società in termini di coscienza civile ed ovviamente politica. Con questa logica per paradosso il neonato dovrebbe avere in una mano il biberon e nell’altra il testo della Costituzione italiana.
Ed infatti i giovani, nelle scuole soprattutto, hanno da tempo recepito nei loro comportamenti questa apertura di credito e anche l’annullarsi progressivo dei ruoli (l’adulto versus l’adolescente) per cui in alcune situazioni si mettono sullo stesso piano dei docenti: quando lottano e protestano, per esempio (scioperi, occupazioni,autogestioni), hanno la presunzione di dire la loro su tutto, dalle riforme scolastiche alle questioni sociali e politiche; e nei licei artistici si sentono già Picasso o Cattelan e vogliono pubbliche mostre delle loro creatività senza pagare il pegno di un doveroso apprendistato.
Un doveroso apprendistato con regole ben definite (tempi, modalità, strumenti) è invece necessario per la formazione politica e civile dei giovani, come già avviene nell’ambito della formazione scolastica e professionale, senza indulgere a superficiali e improprie forme di protesta, che spesso - eterogenesi dei fini - li allontanano negli anni successivi dall’impegno e dalla partecipazione politica. La scuola, se andasse in porto l’anticipazione del voto a sedici anni, sarebbe il luogo privilegiato di questo apprendistato, dato che in quella fascia di età i giovani sono tutti scolarizzati con poche eccezioni.
La lettera aperta dei 18 dirigenti scolastici toscani, letta da molti in maniera impropria e superficiale come fosse una prevaricazione nei confronti degli studenti e delle loro lotte, va invece nella direzione di una proposta di sperimentazione nella scuola di possibili forme di apprendistato serio alla politica, ovviamente dentro il curriculum didattico, e anzi è la risposta più appropriata a tutti coloro che vogliono far assumere a giovani responsabilità di cittadini consapevoli con il diritto di voto a 16 anni.

(Sergio Casprini)