Si è tenuto ieri pomeriggio a Firenze l’incontro-dibattito Unificare l’istruzione e la formazione professionale?, a cui hanno partecipato, oltre al relatore principale, il professor Michele Pellerey, il sottosegretario all’istruzione Gabriele Toccafondi e l’assessore regionale all’istruzione e alla formazione Emmanuele Bobbio, tutte e due autori di ampi interventi. Pubblichiamo la relazione introduttiva di Valerio Vagnoli, membro del Gruppo di Firenze e dirigente dell’Istituto Alberghiero “Aurelio Saffi”. Leggi.
sabato 28 febbraio 2015
venerdì 27 febbraio 2015
LA L.I.P. SULLA SCUOLA E L’IMPUNITÀ AGLI STUDENTI SCORRETTI
Nei commenti al post precedente già si è
discusso di una proposta di Legge di Iniziativa Popolare (L.I.P.) sulla
scuola, che recupera in chiave antigovernativa un progetto del 2006 di
ReteScuole, sostenuto allora da Rifondazione Comunista. Su temi fondamentali
come l’obbligo scolastico, il primo biennio delle superiori, la formazione
professionale, l’alternanza scuola-lavoro, gli organi collegiali (solo per
citare i più importanti), si tratta di un compendio di quello che riteniamo –
in base all’esperienza – più deleterio per la scuola. C’è però un comma
dell’articolo 17 che ben sintetizza il nucleo della filosofia alla base del
progetto:
“La non
ammissione alla classe successiva non può essere determinata da motivi
comportamentali”.
Non si vuole liquidare, quindi, solo il 5 in condotta introdotto dalla
Gelmini, ma persino le precedenti modifiche di Fioroni allo Statuto degli
studenti, che prevedevano l’esclusione dagli scrutini “nei casi di recidiva, di atti di violenza
grave, o comunque connotati da una particolare gravità tale da ingenerare un
elevato allarme sociale”. Siamo quindi nel cuore di quella pedagogia che
da un lato pretende di risolvere con il convincimento e con il dialogo
qualsiasi conflitto, dall’altro toglie ogni responsabilità agli allievi, in
base all’assunto che, se qualcuno si comporta male, ciò è dovuto in toto all’inadeguatezza dei docenti.
Cambiamo la didattica e i problemi spariranno come d’incanto. Tanto è vero che il
comma già citato prosegue dicendo che l’eventuale non ammissione alla classe
successiva (dovuta allo scarso profitto) “deve essere accompagnata da
precise indicazioni progettuali, atte a garantire
all’alunno o alunna il raggiungimento nell’anno successivo degli obiettivi
prefissati”. Non “favorire”,
quindi, ma proprio “garantire”. Ha ragione quindi Scotto di Luzio quando
sostiene che dalla riflessione pedagogica ministeriale – come da quella di certi
colleghi – è sparito da tempo il tema della volontà e delle sue manifestazioni
esteriori, come l’applicazione, la costanza, la diligenza. “L’esito è concepito non come il risultato da
conseguire, e dunque sempre incerto, dell’impegno di un individuo in carne e
ossa, ma come lo sbocco prevedibile di un sistema ben congegnato[1]”.
Resta da chiedersi (retoricamente) se un ragazzo sistematicamente
deresponsabilizzato nella fase della crescita potrà mai diventare un cittadino
responsabile. Se avrà assorbito bene la lezione che gli è stata impartita,
potrà diventare un perpetuo adolescente protestatario, sempre pronto a dare la
colpa agli altri e alla società; e farà molta fatica a trovare in se stesso la capacità di reagire
alle difficoltà e a far tesoro dei propri errori per cambiare strada. (GR)
[1] Adolfo
Scotto di Luzio, La scuola che vorrei,
Bruno Mondadori, p. 108
venerdì 13 febbraio 2015
INCONTRO-DIBATTITO A FIRENZE: UNIFICARE ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE?
Istituti professionali "licealizzati", con laboratori sottoutilizzati e altissime percentuali di insuccesso scolastico; formazione professionale praticamente assente in molte regioni; esperienze sul campo del tutto insufficienti a integrare la preparazione teorica. A grandi linee, questo il quadro attuale dell'istruzione e della formazione professionale. Ma ha ancora senso questa netta distinzione? O non conviene progettare una loro graduale unificazione?
Mentre il governo mette a punto il progetto della "Buona scuola" sui temi dell'alternanza scuola lavoro, dell'apprendistato, dell'imprenditoria scolastica a scopo didattico, della valorizzazione dei mestieri d'arte, il convegno si propone di fare il punto della situazione. Lo faremo con l'aiuto del professor Michele Pellerey, che ha avuto un ruolo di primo piano nella riforma trentina del settore professionale, del sottosegretario all'Istruzione Gabriele Toccafondi e dell'assessore all'Istruzione della Regione Toscana Emmanuele Bobbio. Dirigenti e insegnanti potranno portare il contributo della loro esperienza per rivalutare questo settore strategico della scuola italiana.
giovedì 5 febbraio 2015
I PRESIDI FIORENTINI DIVISI SULLE ISPEZIONI ANTIDROGA: C’È CHI LE RIFIUTA, MA ANCHE CHI LE CHIEDE
Nei giorni scorsi ha fatto
discutere il rifiuto che un dirigente scolastico ha opposto alle ispezioni
antidroga della polizia in corso nelle scuole, con l’aiuto di cani
appositamente addestrati. La decisione è stata spiegata con il rischio che i
ragazzi vengano spaventati e umiliati, ma anche con l’opportunità che il
problema venga affrontato con il dialogo e la disponibilità all’aiuto. Oggi
invece ha largo spazio nelle cronache di Firenze la notizia che un preside non
solo ha chiesto lui stesso un’ispezione, ma ha poi scritto una lettera ai
genitori spiegando i motivi della sua iniziativa.
La lettera ai genitori.
La lettera ai genitori.
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