domenica 11 ottobre 2015

QUATTRO INSEGNANTI TRA I PREMIATI DA MATTARELLA

È una bella novità la scelta del Presidente della Repubblica di dare una delle massime onorificenze a 18 eroi “normali”, come titola il “Corriere della Sera” di oggi. Capita di trovare in casa di un conoscente, in bella mostra alla parete, onorificenze di questo o quel presidente. In genere non suscitano grande interesse,  se addirittura non si sospetta che siano dovute alla conoscenza di qualche politico. Stavolta, invece, viene da pensare che le persone scelte, anche come simbolo di tanti loro colleghi, lo siano state in virtù del loro impegno silenzioso e costante, senza altri fini se non quello di migliorare la vita degli altri, con questo migliorando anche la propria e quella di chi verrà dopo di noi. Tra i diciotto premiati vi sono ben quattro docenti, alcuni ancora in servizio e altri in pensione, che nelle loro storie rappresentano un gran numero di insegnanti italiani, anzi la grande maggioranza, che, oltre a fare benissimo il loro mestiere,  alla scuola dedicano gran parte della loro vita perfino dopo essere andati in pensione.  Altro che 18 ore di lavoro settimanale! Si tratta invece  di impegni e responsabilità che difficilmente sono immaginabili se non si lavora all'interno delle scuole. Di questo impegno si parla solitamente ben poco, né lo si riconosce sul piano economico. Lo stesso Francesco Merlo, non sempre tenero nei confronti degli insegnanti, sostiene che nessuna riforma della scuola potrà avere successo se non si parte da una retribuzione finalmente “europea”.  Le scuole non funzionerebbero, se non ci fossero decine di docenti che si impegnano, non di rado senza essere retribuiti o per pochi euro, nelle commissioni, nelle attività di orientamento, in quelle di alternanza scuola-lavoro, nella formulazione degli orari,  nella redazione di atti e documenti (a volte purtroppo di assoluta inutilità), nella preparazione di materiali didattici, oltre che nei consigli di classe, nei rapporti con genitori sempre più supponenti, nella correzione dei compiti e nella preparazione accurata delle lezioni.
Spesso parliamo innanzitutto delle cose che nella scuola non funzionano, anche per responsabilità del personale che vi opera. Tuttavia sfugge a molti che la quotidianità nella gran parte delle nostre scuole è una fitta trama di contributi, ordinari e straordinari; e il riconoscimento di Mattarella all’impegno e alla generosità di quattro colleghi in qualche misura va anche ai tanti altri che giorno dopo giorno fanno vivere la scuola.
Valerio Vagnoli

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Ci manca solo di ospitare i profughi in casa nostra.!

Anonimo ha detto...

Forse i docenti non dovrebbero impegnarsi troppo in commissioni, orientamenti, progetti ma solo in quello che devono fare: insegnare. RR

paniscus ha detto...

E comunque, trovo molto discutibile l'idea che gli insegnanti debbano essere premiati per il fatto di aver dedicato al lavoro una quantità notevole di tempo libero non pagato, o per aver speso delle risorse di tasca propria per sopperire alle carenze organizzative all'ambiente di lavoro.

Rientra nella solita (deleteria) visione dell'insegnante come missionario e non come professionista, contro la quale qui si combatte da anni.

Un insegnante che, oltre a fare bene il proprio lavoro di insegnante, sceglie in più di dedicarsi anche al volontariato, è giusto che sia premiato per essersi distinto nel volontariato, ma non mi pare giusto che sia premiato come insegnnate, perché considerato un insegnante migliore degli altri nel proprio lavoro.

L.

Anonimo ha detto...

Oggi è tutto così, perché fondamentalmente chi ci governa vuole emarginare lo studio dalla scuola e svilire l'insegnamento: come se premiassimo un medico in quanto medico perché nel tempo libero fa dei bei quadri!
E questo è niente.
Ricordo quell'orrenda frase di Berlinguer: che i Finlandesi ci erano superiori perché avevano la Nokia. L'idea di comparare l'istruzione a un telefonino, aggeggio tecnologico prodotto da una multinazionale, era semplicemente orripilante.
Io questa cose agli studenti le dico chiare e li incito a studiare sodo perché è esattamente quello che i nostri governanti NON vogliono.
RR

paniscus ha detto...

per RR: ma sei Roberto, quello del sito "fisicamente"?

vv ha detto...

Ci sono esperienze professionali e contesti scolastici in cui, da decenni, occorre essere complementari allo Stato e alle sue mancanze se vogliamo veramente offrire al maggior numero degli studenti, compresi gli svantaggiati per provenienza, le opportunità per diventare cittadini a tutti gli effetti. Non si tratta di dipingere quadri nel tempo libero, si tratta invece di portare alle estreme conseguenze il ruolo dei docenti in relazione ai contesti in cui si vengono a trovare. Se offrire ai profughi gli strumenti culturali per renderli più sicuri e più consapevoli rispetto alle novità e alle difficoltà che dovranno affrontare in una vita, per loro, completamente nuova, può sembrare distante dai compiti e dalle " vocazioni " proprie di chi ha scelto di fare l'insegnante niente da aggiungere. Non condivido queste posizioni e tanto basta. Libero ognuno di pensarla come meglio crede. Se un medico, al di fuori del proprio lavoro, non ignora il ferito da soccorrere o i malati extracomunitari o italiani che non si possono permettere visite specialistiche ( e medici che fanno questo ne conosco ) credo nobiliti ulteriormente la propria professione e la propria professionalità, al pari di tanti docenti che si comportano come i casi citati nel mio intervento.

Anonimo ha detto...

C'e anche chi continua a fare i viaggi di istruzione.Dimenticavo,5 euro mensili per i dipendenti pubblici.

Anonimo ha detto...

Ma sì, dài, in fondo meglio costui della Carrozza, che su Oggi aveva pubblicamente lodato la scuola italiana perché le aveva permesso di studiare un anno in Francia (tutti noi la ringraziammo silenziosamente per la stima dimostrata).
Almeno Mattarella ha premiato quattro gatti nostrani.
Chi si contenta gode.
RR (sono un RR qualunque).